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martedì 21 settembre 2010

Il Palio del Saracino di Nepi

Il Palio del Saracino di Nepi è una rappresentazione ben fatta, come curati nei dettagli sono i costumi. La manifestazione non siesaurisce in un unica giornata, ma viene riproposta in più fasi di un continuum cronologico. La sera al termine delle varie manifestazioni previste durante la giornata, si possono degustare le prelibatezze locali, nelle taverne all’uopo allestite. Una rievocazione storica che trova le sue radici nel periodo di Lucrezia Borgia e di cui qui di seguito ne trovate un resoconto che viene riportato dal sito 




Le origini preistoriche di Nepi, risalenti secondo la leggenda a circa 3300 anni fa, sono confermate da importanti ritrovamenti archeologici che testimoniano l’esistenza di insediamenti molto antichi. La particolare collocazione, naturalmente protetta da fossati, burroni profondi, ha sempre fatto di Nepi un “paese confine”, teatro di scontri, saccheggi e battaglie per la conquista di una posizione di notevole importanza strategica.

Etruschi, Romani, Longobardi, hano lasciato tracce del loro passaggio a Nepi. Arrivarono anche i saraceni che furono sconfitti dai Nepesni in uno scontro decisivo nell’anno 915. Dopo una parentesi di libertà, in cui si costituì come libero comune, Nepi divenne feudo di famiglie aristocratiche in perenne lotta tra loro per un suo dominio: i prefetti di Vico, gli Anguillara, gli Orsini, i Colonna poi, finalmente i Borgia e i Farnese. Finalmente perchè il cardinale Rodrigo Borgia (eletto Papa Alessandro VI nel 1492) e poi Lucrezia Borgia, governarono Nepi con notevole aculatezza e il Paese trascorse un periodo di pace e laboriosità, allontanando per un pò i pericoli di nuove guerre dall’orizzonte dei nepesini.

LA FESTA

Nell’anno 1499 avvenne la consegna delle chiavi a Lucrezia Borgia, titolare del Ducato di Nepi. Questo evento rappresenta tradizionalmente per Nepi la fine del Medio Evo ed il passaggio verso l’era Moderna. Nepi vuole ricordare l’avvenimento con una festa popolare che,ricercando collegamenti con le proprie radici storiche, mira a far conoscere e tramandare le tradizioni medivali e rinascimentali che coinvolge tutto il paese: Lucrezia Borgia con il Duca di Bisceglie, i Priori, le Dame , e i Popolani, gli Arcieri, i Cavalieri, gli sbandieratori e i tamburiniriempiono le vie del paese per tutta la durata dei festeggiamenti.

LA VESTITURA DEL CAVALIERE

un progetto del Festiva Borgiano

Con Massimiliano Pazzaglia, Sina Sebastiani e Antonio Carluccio

con Carlo Altomonte, Francesca Bellucci, Giorgio Risca

Con la partecipazione dei Priori e dei Consiglieri dell’Ente Palio

aiuto regia Nicola Trevisan, spettacolo scritto e diretto da Federico Caramadre Ronconi



In una tale manifestazione , dove lo spettatore si trova ad assistere ai cortei di dame e nobili in abiti rigorosamente d’epoca, a giostre di cavalli, a sfide tra abili arcieri, a rivolte popolari, a giocolieri, mercanti, non poteva mancareuna cerimonia che di per sè è di grande spettacolarità :


L’INVESTITURA.

Questa era la cerimonia con la quale un giovane diventava cavaliere. L’ivestitura richiedeva un lungo periodo di tirocinio che veniva fatto dai candidati presso un appartenente all’ordine dei Cavlieri, dove prestavano servizio prima come paggi e poi come scudieri, così da apprendere le tecniche militari. Giunto il giorno dell’investitura, l’aspirante cavaliere trascorreva la notte in preghiera (la cosiddetta veglia d’armi)in una cappella, per meditare sui compiti che lo attendevano e per chiedere a Dio la forza di superarli. Al mattino, mentre nella sala grande del castello fervevano i preparativiper la cerimonia e giungevano i suonatori per rallegrare la giornata coni loro strumenti, il giovane aspirante cavaliere si immergeva in un enorme recipiente colmo d’acqua calda per il bagno purificatore. Quindi indossava degli abiti che simboleggiavano la purezza dell’anima e del corpo e poi veniva rivestiro in un abito color rosso, simbolo del sangue che il cavaliere doveva essere pronto a versare. Accompagnato dai suoi compagni d’armi il giovane faceva ingresso nella sala grande del castello o nella chiesa e si inginocchiavano davanti al suo signore.

Mentre tutt’intorno si faceva un profondo silenzio, il signore consegnava all’aspirante cavaliere gli speroni simbolo della cavalleria e la spada a doppio taglio, con un lato della quale egli doveva stroncare il ricco che opprimeva il povero, mentre con l’altro lato doveva punire il forte che perseguitava il debole.

A questo punto il signore si avvicinava al neo cavaliere e gli dava una manata sulla nuca (la palmata) per significare che il cavaliere doveva essere pronto a sopportare qualunque sacrificio pur di tener fede ai suoi impegni.

Una cerimonia così non poteva non accadere nel ducato di Nepi nel 1499.



CORTEO STORICO

Per le vie della città, adornate con bandiere e stendardi, tra rulli di tamburi e squilli di trombe, si snoda il suggestivo Corte Storico. I priori delle quattro contrade, accompagnati dai notabili e dalle dame, accolgono Lucrezia Borgia che arriva a Nepi con la sua corte. Il Governatore dona le chiavi della città a colei che una storigrafia tradizionale ci ha tramandato spesso circondata da un alone misterioso, ma che fu amata da artisti e poeti per la sua bellzzae il suo spirito vivace e rispettata dai sudditi per le sue doti di amministratrice diplomatica.

GIOSTRA DEI CAVALLI

alla presenza dei priori e dei nobili delle quattro contrade, si sfidano tra loro , in un sussegursi di dodici corse, otto giovani cavalieri che gareggiano per la propria contrada. La gara si svolge su di una doppia pista ellittica in terra battuta e consiste nell’infilare con una lancia il bersaglio del saracino. L’entusiamo dei cavalieri rievoca lo slancio e il coraggio dei Nepesini che nel 915 affrontarono i saraceni per diffondere la propria libertà.


TORNEO ARCIERI

Quattro squadre di arcieri, abbinate alle contrade di Nepi, si sfidano in una gara intensa ed emozionante che rievoca negli spettatori il fascino antico di una delle prime armi usate dall’uomo.

Gli arcieri, tutti in costume e con archi storici, si confrontano tra loro, in fasi successive per la vittoria della propria contrada, tirando, su sagome di antichi guerrieri dipinte da artisti nepesini.

CORSA DEI CUROJI

All’interno della festa sono stati ricavati degli spazi dedicati a momenti puramente ludici, che non prevedono punteggio valido per l’assegnazione dell’ambito Palio. Nonostante questo, la competizione è altrettanto serrata, mentre gli appartenenti alle quattro contrade si sifidano nei divertenti giochi popolari.


TIRO ALLA FUNE

Squadre di robusti giovanotti si sfidano in un fantastico “tiro alla fune”; graziose signore di tutte le età sono impegnate nella “corsa dei curoji”, gruppi di allegri ragazzi gareggiano nel cercare caramelle e dolciumi nelle buste appese della “cartaccia”.

CORSA DELL’ARIETE

Tra i giochi popolari, la sfida più attesa è la corsa degli arieti, in cui le squadre delle quattro Contrade spingono con foga un enorme tronco a mò di ariete decorato con i colori della contrada, lungo un percorso prestabilito, tra ali di folla che incita calorosamente e applaude i vincitori.

SOMMOSSA POPOLARE

quasi come un monito, ma simpatico e divertente, il momento della sommossa del popolo affamato e sfruttato, che assalta disperato le porte del castello del signorotto di turno alla ricercadi una rivincita.

Uomini e donne armati delgi arnesi più disparati, si lanciano insieme contro il simbolo di una casta chiusa nei prorpi privilegi.

fortunatamente qui il risultato finale è sempre e comunque una bella dose di divertimento per tutti.

LE CONTRADE

CONTRADA SAN BIAGIO

E’ la contrada più antica del centro storico. Il suo nome è derivato dalla omonima chiesa e il suo stemma è quello degli Orsini, raffigurante su campo bianco una rosa canina rossa sostenuta da una fascia color giallo oro caricata di un anguilla serpeggiante d’azzurro con sottostanti barelle bianco rosse.

Al suo interno la contrada racchiude numerosi monumenti storici e opere d’arte di diversi periodi storici. Il monumento più significativo è senza dubbio la chiesa di San Biagio, risalente al X secolo come appare in uno scritto del 950.

Immergersi nel borgo antico de San Biagio significa entrare in un altra dimensione che solo il fascino dei luoghi di un tempo sanno trasmettere.

Passare accanto la torre dei floridi, ai palazzi possenti che le sono accanto, volare conlo sguardo, sullo splendido paesaggio dele forre che le fanno da sfondo….

Sotto il fiumiciattolo, che con la sua voce sembra quasi voler accarezzare la chiesa di San Biagio, la Basilica di San Tolomeo, il convento delle suore di san Bernardo e infine il Soratte, che completa lo splendido colpo d’occhio del posto.

E’ una sensazione calda, come calci sono i contradaioliche animano le antiche case…

anche la piazzetta di San Biagio sembra quasi abbracciarti al tuo ingresso, sorridere al tuo sguardo e dirti….”Grazie d’essere venuto”

CONTRADA SANTA CROCE

Costituitasi nel 1996 inoccasione del I° Palio del Saracino, la contrada Santa Croce, che prende il nome dall’antichissima chiesa dedicata a santa Croce, posta sulla piazza dello Spedale, nasce senza non poche difficoltà iniziali, per iniziativa di alcune volenterose persone, forti della loro precedente esperienza organizzativa nell’allestimento della festa dedicata alla “Madonna dei Matti”, la cui immagine si venera pressola chiesa di S. Giovanni Decolalto, situata nell’omonima piazza.



La contrada è situata nella parte nord – est della città, e compende tutto il lato sinistro di via Garibaldi sino alla chiesa di S. Bernardo e l’attiguo ex Monastero delle Monache Circestensi.



Attualmente i componenti constano di 90 persone di cui 50 figuranti che sfilano per le vie cittadine, componendo, con le altre contrade, il lungo corteo medievale che rievoca l’ingresso di Lucrezia Borgia a Nepi nel 1499, allorchè fu nominata dal padre, Papa Alessandro VI, duchessa della città. La contrada si fregia di aver ottenuto sino d oggi quattro vittorie nella storia delPalio del Saracino (1196 – 2002 – 2004 – 2005), ed ottenuto diverse vittorie nei giochi popolari quali il tiro alla fune e la corsa corsa dell’ariete.



Piazza della misericordia ospita invece la suggestiva e carattesristica scenografia della Taverna dove si possono gustare, oltre alla carne alla brace, prelibate pietanze un tempo preparate nelle case dei contradaioli, oggi cucinate direttamente sul posto, annaffiate del buon vino proveniente dalle cantine di Galliano nel Lazio.



La contrada organizza anche varie mostre di artigianato e appuntamenti culturali



CONTRADA SANTA MARIA

Prende il nome dalla omonima chiesa, oggi Basilica Cattedrale eretta su un tempio dedicato a Giove all’inizio del V secolo. Poi fu distrutta dai Longobardi e venne ricostruita nel IX secolo sotto il vescovo di Nepi Innocenzo Pegatesco. I recenti scavi archeologici la rendono un area privilegiata.

Nella stessa contrada troviamo il Palazzo Comunale iniziato nel 1542 dal duca di Nepi Pierluigi Farnese su disegno di Antonio Sangallo il giovane.

la contrada è stata fondata nel 1996 come tutte le altre. Il primo anno è stato messo su un corteo storico con tutti i cotumi presi in affitto e adattati, oggi invece la contrada può contare su 54 costumi da sfilata tutti di proprietà più altrettanti da popolani per tutto il personale di servizio della taverna. tanto che alla contrada fu assegnato il premio per i migliori costumi.

Il secondo anno iniziò l’avventura della taverna, allestita in un laboratorio di falegnameria. Negli anni seguenti si è assistito ad una sempre più accurata organizzazione

CONTRADA LA ROCCA

La contrada ha nel Castello dei Borgia il suo monumento più significativo e il suo stemma è quello della famiglia dei borgia

La storia della contrada inizia con la prima rievocazione storica del palio. Questa idea è nata da poche persone che man mano ne hanno coninvolte sempre di più. Si è potuto riscoprire il fascino di alcune piazzette , vie e vicoli di Nepi. La Taverna della Contrada la Rocca è situata a ridosso della fortezza Borgiana, e si estende per via Tortolini, lungo il Corso Umberto I nellaparte destra sino alla Piazza del Comune per poi prendere via Cavour, congiungendosi con via Termolarte. Il loro sistema è quello della famiglia Borgia che ebbe nel 1456 il Cardinale RodrigoBorgia, governatore della Città, eletto poi Papa Alessandro VI nel 1492, susseguito poi da LUcrezia Borgia.

La contrada ha nella poderosa costruzione del castello dei Borgia il suo monumento più importante, senza dimenticare la chiesa di San Vito del 300, si narra che era la chiesa dove sirecava in preghiera con le sue ancelle Lucrezia Borgia.



Il fatto storico più importante e che sottende alla manifestazione riguarda due personaggi : Alesandro VI e Lucrezia Borgia. Questa era la donna che il Papa Alessandro VI intento a ingigantire il suo potere e quello dei suoi parenti, il 10 gennaio del 1499 investì della Signoria diNepi ed ordinò al municipio che a Lei si prestasse giuramento di fedeltà e obbedienza.

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